Il sognatore
Solo, disteso sul letto di un ospedale, un sognatore guardava il soffitto dipinto di bianco. Nelle narici sentiva lo sgradevole odore di disinfettante e malattia, tipico di quei luoghi. Il ritmico ronzio emesso dalle macchine per il supporto vitale si sovrapponeva allo sgocciolare sommesso della medicina nella flebo.
Plic.. plic.. plic..
Contare le gocce di sostanza che cadevano dall'ampolla per finire dentro le sue vene era divenuta un ossessione per il sognatore. D'altro canto non aveva molto altro da fare. Era vecchio, alla fine dei suoi giorni.
In gioventù aveva sempre pensato che sarebbe morto molto prima di incanutire, ma alla fine, l'amara verità è che la vita non ti da mai quello che ti aspetti. Era sopravvissuto a malattie, incidenti e tribolazioni varie, senza mai faticare troppo. Non aveva dovuto lottare o sputare sangue, come invece molti altri.
Veniva da una famiglia benestante ma non ricca, con qualche appoggio ma senza particolare influenza. Non aveva intrapreso nella sua vita alcuna iniziativa ne aveva corso rischi od osato un azzardo. Non aveva viaggiato granché, ne da solo ne con amici. Anzi faticava a spingersi a uscire di casa. Si era sposato senza mai volere figli. Alla fine si erano separati di comune accordo, giacché il loro rapporto non aveva nulla da dire a nessuno dei due...
"Sei vuoto dentro!" gli era stato detto nel loro ultimo litigio.
"non è vero..." sussurrò a nessuno in particolare il sognatore, dal suo lettino ospedaliero. Non si era mai sentito veramente triste o solo, perché in effetti aveva un segreto. Sognava.
Da anni sognava di continuo, a occhi aperti, quando era sveglio. Molti lo definirebbero fantasticare, ma il sognatore si immergeva in fantasie così realistiche e tridimensionali da sfiore l'autismo. Non si trattava di una compulsione. Poteva tranquillamente ignorare i suoi sogni se necessario. Semplicemente, quando non aveva altro da fare, vi scivolava naturalmente.
Quando gli amici uscivano per fare sport, per andare a prendere un caffè al centro o per fare una passeggiata, potendo preferiva restare a casa, a sognare a occhi aperti. Tutte le altre occupazioni non correlate al sopravvivere gli parevano irrilevanti al confronto.
Aveva invece difficoltà a sognare normalmente. Da anni quando si addormentava era come morto. Se durante il sonno sognasse non lo sapeva, quei sogni non se li ricordava mai. Eppure non era stato sempre così. Da bambino era una persona normale. Sognava di notte e viveva normalmente di giorno. Non sapeva cosa fosse successo a un certo punto, ma era cambiato.
Era certo che qualcosa fosse successo, ma a causa della vecchiaia non ricordava più. Purtroppo anche i sogni a occhi aperti stavano per avere fine. Il suo tempo era giunto al limite. Non era mai stato religioso, non riponeva speranze in una vita dopo la fine del corpo e da quando era stato ricoverato non riusciva più a pensare ad altro che alla sua imminente morte.
Improvvisamente venne distratto da un codazzo di giovani dottori che seguivano come cagnolini fedeli il primario del reparto dove era ricoverato. Non seguì i loro discorsi... parlavano come se non fosse lì e gli rivolgevano solo frasi di circostanza. "Come sta oggi? Tutto ok?" e così via. Li ignorò completamente. D'altro canto che potevano fare? Era l'età a ucciderlo, e nessuno la sapeva ancora curare. Sentì distintamente il primario dire qualcosa riguardo al poco tempo che gli restava da vivere. Parlava sottovoce ma il sognatore ci sentiva benissimo.
"E chi se ne importa... oramai che mi resta..? speriamo che finisca presto!" pensò.
E così pensando scivolò nel sonno, continuando a sentire suo malgrado lo sgocciolio sommesso della medicina nella flebo...
Il Corridoio
plic... plic... plic...
Il rumore si fece più intenso. Le gocce producevano un eco. Faceva freddo.
'D-dove sono?' pensò il sognatore guardandosi intorno.
Era in un corridoio di pietra, grezzo e sgraziato. Dell'acqua piovigginava dall'alto. Era molto scuro, si vedeva a malapena. Una tenue luce verdastra lo illuminava da sopra la testa, come se la volta di roccia fosse stata ricoperta di mucillagine fluorescente. Si guardò attorno, notando che il pavimento non conteneva tracce d'umidità, nonostante l'acqua che gocciava dal soffitto.
"Sto sognando? Un vero sogno... dopo tutto questo tempo?" disse con voce eccitata. Aveva letto molto sull'Onironautica, per riuscire a ricordare i suoi eventuali sogni. Non era servito a nulla, ma ora sapeva tutto su cosa fare per distinguerne uno dalla realtà.
"Saltare! Se levito sto sognando!" lo fece ma tornò a terra normalmente. Riprovò e quasi si storse una caviglia.
"Leggere! Le parole cambiano se lette più volte!" si cercò addosso ma indossava il pigiama con cui si era addormentato, senza ne tasche ne scritte, piuttosto bruttino.
"Guardare l'orologio? No, io odio gli orologi e non lo porto... accidenti!"
"Respirare... respiro benissimo! Mentre poco fa annaspavo... Si!"
Era felicissimo, il primo sogno da tanti, tanti anni... Poi si rese conto. Sarebbe bastato notare che poco prima era in un letto. Inoltre non c'erano corridoi come quello nell'ospedale. Si capiva subito che stesse sognando. La realizzazione raffreddò il suo entusiasmo con una buona dose di imbarazzo.
"E-ehm, diamoci un occhiata intorno allora... dove sono?"
Si guardò. Fisicamente non era cambiato nulla. Però non si sentiva più debole e riusciva a camminare normalmente. Meglio così. Provò a concentrarsi facendo tutta una serie di buffe espressioni, ma il panorama rimase lo stesso.
"L'ultimo sogno prima di crepare e dove mi trovo? In un buio corridoio di pietra..."
Prese a camminare lungo l'unica direzione possibile, ma arrivò presto a una ripida scala di pietra i cui scalini scendevano vertiginosamente. Non se ne vedeva il fondo.
"Se cado qui, arriverò in forma di polpetta..." pensò intimorito. Non avendo altra scelta prese a scendere con estrema cautela.
Tanto per curiosità prese a contare gli scalini. '1..2..3.. ... 200...201..202.. ... 735...736... e che cavolo, ma quando finisce questa scala!' pensò un po' stizzito. Il sogno si era rivelato una delusione sino ad allora. "997.. 998.. 999! Era ora!" Disse arrivando su un pianerottolo di fronte a un nuovo corridoio.
Esattamente 999 scalini, dove l'aveva già sentita questa? Scrollò le spalle e proseguì nel nuovo corridoio. Quest'ultimo non era molto lungo. Finiva di fronte a un portone di pietra intarsiato. Gli intarsi variavano ogni volta che li guardava, ma non erano la cosa più interessante.
Una figura avvolta in un saio nero con tanto di cappuccio gli bloccava la strada!
Il guardiano
"Ehm, ehilà salve!" si ritrovò a dire il sognatore. Si sentiva sciocco, ma non gli era venuto in mente nulla di meglio da dire.
La figura non si mosse, ma un atona voce sepolcrale scaturì da sotto il cappuccio. "...si..."
Il sognatore stava per scoppiare a ridere... ci mancava il Guardia di Porta... "Ehi, sono il Mastro di Chiavi, posso passare, no?" e si fece avanti... per poi fermarsi di colpo, scosso da una sensazione di deja vu che avvertiva guardando la figura misteriosa.
"...no..." disse l'incappucciato.
Teso ma intrigato dalla situazione, il sognatore cambiò approccio, parlando a macchinetta nel tentativo di confondere il tizio. "Senta signore. Mi spiace di averla infastidita, ma vorrei proprio uscire da questo corridoio. Magari lei ci si trova bene, sarà casa sua, però io vorrei provare a vedere che cosa c'è oltre il portone. Potrebbe gentilmente.. farmi passare?"
L'incappucciato rimase immobile parlando nuovamente. "...tu... hai... vissuto... mai... realizzando... le... tue... possibilità... dalle... a... me..."
Il sognatore era confuso, di che parlava quel tizio? Ma dopotutto era un sogno.. decise di stare al gioco. "Perché dovrei darle a te? Che te ne faresti?"
L'incappucciato rimase silenzioso per un attimo, come se fosse per lui faticoso pronunciare più di una parola per volta. "...ne... avvererò... una... vivrai... i... tuoi... sogni..."
Bella storia, e che stava facendo in quel momento? Eppure quella faccenda di non aver mai realizzato le sue possibilità... con un brivido lungo la schiena il Sognatore si rese conto che il tizio in nero non parlava poi a vanvera. Cosa aveva realizzato nella sua vita? Un bel nulla in effetti. In quel momento un dolore sordo lo prese al petto.
...
"Dottore lo stiamo perdendo!"
"Presto, Defibrillazione... Libera!"
"Dannazione niente... Riproviamo"
...
le gocce nella flebo continuavano a scendere, plic.. plic.. plic..
...
Il sognatore si rese conto che quel dolore era un brutto segno. Stava per morire? Il suo cuore era vecchio e stanco... ma morire ora!
'Ancora un po', voglio saperne di più...' pensò.
"Ma come potrei vivere nei miei sogni! Sto per morire!" chiese oramai frenetico.
"...brucia... il... tuo... corpo... rinascerai... ancora... ancora... realizzerò... i... sogni... dammi... le... possibilità... tutte... tranne... una..." La figura incappucciata tese il lembo del mantello. Se c'era una mano era completamente coperta dallo scuro saio.
"Dov'è la fregatura? C'è sempre la fregatura!" chiese il sognatore.
Non si fidava di quello strano sogno, c'era qualcosa che non gli tornava. Cominciava a rammentarsi di quel posto, c'era già stato molto tempo prima, da bambino. Ricordava a malapena ma... gli pareva di aver tirato via qualcosa, di aver guardato nelle tenebre e di essersi svegliato terrorizzato. Da allora non aveva mai più sognato nulla mentre dormiva, solo a occhi aperti, da sveglio.
La figura rispose... "...mai... saprai... cosa... esiste... oltre... la... vita... mai... ti... fermerai... solo... sempre... in... viaggio... correre... nei... sogni... per... sempre..."
Il sognatore non capì bene cosa voleva dire l'incappucciato, ma oramai non aveva tempo per pensarci su. Il dolore era sempre più forte.
Fece, per la prima volta in vita sua, un salto nel buio. Afferrò la mano.
Il portone si aprì di scatto e ne scaturì un intensa luce. L'incappucciato rideva rauco, una risata amara e secca, che a nessuno piacerebbe mai sentire...
...
Quando dormiamo, nel sogno, il tempo è soggettivo. Spesso, appena addormentati, un sogno ci pare duri giorni e giorni. Al risveglio scopriamo passati solo pochi minuti. E' dunque possibile che un sogno si sviluppi interamente in un istante infinitesimo, il tempo del battito di un cuore... ma duri... per sempre...
Plic.. plic.. plic.. ... le gocce smisero di cadere
...