Titano, parte 4

Capitolo 10, R&R

L'aria si era fatta pesante, quasi irrespirabile. Il cuore batteva all'impazzata, mentre sudore freddo colava dalla fronte dentro gli occhi, rendendo difficile vedere. Si sentiva stanchissimo e aveva un principio di nausea. Il suono di una sirena si fece strada attraverso il suo elmetto riscuotendolo dalla trance in cui era caduto.

"John, alzati! Siamo arrivati. Avanti, ce la puoi fare!" La voce di Eldon arrivava chiara attraverso gli auricolari della tuta.

Fece uno sforzo erculeo per alzarsi. Incespicando si appoggiò all'amico che l'aiutò a stare in piedi. Aveva le palpebre pesanti e gli girava la testa ma nonostante ciò riuscì a barcollare fuori dall'automezzo.

I pochi metri di corridoio aperto gli sembrarono chilometri, ma alla fine arrivò alla camera stagna. Entrarono all'interno della stanza mentre le porte cominciavano a chiudersi. Un attimo in più e l'avrebbero lasciato fuori!

Lentamente la pressione discese, mentre l'atmosfera velenosa di Titano veniva risucchiata e infine sostituita da aria riciclata. Eldon si affrettò ad aprire il visore dell'elmetto del Sognatore e a far entrare l'aria nella tuta, il cui ossigeno era esaurito da più di un minuto.

Aria calda e odorosa di disinfettante, ma era pur sempre ricca d'indispensabile ossigeno! John inspirò a fondo il fluido vitale. Si riempì i polmoni per poi esalare un sospiro di sollievo. Assaporò la sensazione bellissima di respirare senza problemi. Ogni successivo respiro scacciava i sintomi dell'anossia, facendolo stare sempre meglio.

"Domani compriamo delle bombole extra, ok?" Disse l'omone con un sorriso sghembo sulla bocca.

"Fottute bombole, fottuto ossigeno, fottuta miniera, fottuta prigione!" Sbottò il Sognatore in preda a un attimo di comprensibile nervosismo.

"Andiamo, non c'è bisogno di diventare volgare, amico mio. Pensa alla cena di stasera e al bel letto che ci prenderemo." Gli disse Eldon accomodante.

John si alzò sospirando, poi si guardò intorno. I minatori stavano togliendosi le tute, infilandole in appositi armadietti costruiti nelle pareti della stanza. Ognuno di essi aveva sullo sportello un codice alfanumerico, mostrato da un display elettronico con annesso tastierino. I minatori inserivano dei dati e le ante si aprivano. Poi la tuta veniva riposta in un modo ben preciso dentro il vano.

Staino immetté dei numeri su uno dei tastierini e il codice su di esso sparì, sostituito da una fila di zeri. "Se uno di voi novellini vuole prendere l'armadietto di Wolrat ora è il momento giusto." Disse rivolgendosi ai due. "Vi costerà solo 200 PMC."

"Grazie per l'offerta, ma sarebbe prematuro." Disse Eldon scuotendo la testa. "Ancora non sappiamo se domani faremo di nuovi i minatori e nel caso, non saprei se verremo di nuovo qui in questo Terminale."

Il Sognatore annuì, lui di sicuro non voleva ripetere l'intera esperienza un'altra volta, nossignore! Comunque una cosa gli frullava per la testa. "Ehi, dobbiamo rimettere le tute in affitto al loro posto, o ci addebiteranno altri PMC! Dove diavolo vanno piazzate?"

Il VIP indicò i codici sulle tute. "Cercate i numeri giusti sugli armadietti, premete il tasto di apertura e mettete le tute a posto, è facile." Così detto si tolse la tuta e la ripose un pezzo alla volta nel vano appropriato.

"Mi sembrate due uomini capaci. Se in futuro vorrete nuovamente svolgere un turno da minatore, scegliete il terminal 9A. Io sono il responsabile. Fred Staino." Disse una volta finito, porgendo la mano ai due.

"John Walker" Rispose il Sognatore rispondendo alla stretta di mano.

"Eldon" Disse sorridendo l'omone. Dalla faccia che fece Staino si capiva che la sua stretta era piuttosto forte.

Dopo aver salutato il VIP i due cercarono i codici sugli armadietti e riposero le tute alla bell'e meglio. Oramai nella stanza erano rimasti solo loro. Infine si guardarono l'un l'altro per alcuni secondi, per poi scoppiare a ridere.

"La prossima volta cacciamo i topi, ok?" Disse il Sognatore non troppo seriamente.

"Vedremo, ma di sicuro non mi ci vedo a fare il minatore, è un lavoraccio. Comunque, andiamo a cercare qualcosa da mangiare? Non so te ma io ho un po' di fame." Disse Eldon accendendo il suo Svelt.

John fece le stesso, avviando una ricerca di ristoranti e menù disponibili. Leggendo i risultati spalancò gli occhi. "Ma costano tantissimo! Senti qui, 'tagliata di manzo alla brace, 280 PMC', alla faccia! E anche gli altri ristoranti non sono da meno. Noi abbiamo solo 1150 PMC, non vorrei sperperarli subito."

L'amico gli sorrise indicando sul display del suo apparecchio un menù particolare. "Mangia tutto quello che vuoi per soli 360 PMC, da Alfredo, cucina Appenninica. Ci sono pasta, verdure, carne, tutto cotto in ricette interessanti, che ne dici?" Disse rigirandosi l'indice sulla guancia.

Il Sognatore si era ormai abituato all'entusiasmo dell'omone, quindi decise di assecondarlo. "E va bene, speriamo che non ci venga un intossicazione alimentare o non ci servano carne di topo. Ti riterrei responsabile, ok?"

"Ha, ha, ha, carne di topo dici? Se il topo è sano non è malaccio, sappilo." Disse Eldon con tono sicuro.

John rabbrividì. Che sapesse quel che diceva? Magari era abituato a mangiar topi. Orrore! Scosso dal pensiero seguì comunque l'amico nei corridoi della stazione.

I due camminarono per un po' attraverso varie stanze e ambienti diversi. Tutto intorno a loro, decine di persone si affrettavano per un incombenza o un altra. Nessuno pareva prendersela comoda. Le strutture della base erano cupe e soffocanti, tutte luci basse, cemento e acciaio, ma il luogo aveva un aura vivace e non sembrava affatto una prigione.

Sopravvissuto al tentativo del sistema minerario di soffocarlo a morte, il Sognatore aveva ripreso a guardarsi attorno, meravigliato da ogni cosa che vedeva. 'Alla fine sono davvero su un altro pianeta. Ho fatto il minatore spaziale e ora sto per mangiare in un ristorante! Parlando di stranezze... Pensavo che gli astronauti mangiassero solo pillole di nutrienti o altre cose strane e invece vanno al ristorante. Bah.'

Infine arrivarono di fronte a una porta metallica su cui era stato attaccato un cartello, scritto in colori chiassosi, che diceva Da Alfredo, cucina appenninica.

I due aprirono la porta e si trovarono davanti un tipico ristorante bistrò. Tavoli di plastica coperti da tovaglie di carta erano imbanditi con piatti di cartone e posate di legno sottile.

Una cucina si trovava sul fondo del locale e comunicava tramite un altra porta con quella che doveva essere la dispensa. Luci dirette verso il soffitto erano affisse sulle mura, dando all'ambiente un illuminazione soffusa.

Numerose persone erano sedute ai tavoli a mangiare di gusto abbondanti piatti di pietanze assortite. Eldon tirò John verso un tavolo d'angolo e poi si sedette su una sedia di plastica, che si piegò leggermente al peso dell'omone.

Il Sognatore si sedette a sua volta, guardandosi attorno in cerca di un cameriere. Dopo pochi attimi una donna di mezz'età col volto sgarrato da una brutta cicatrice si avvicinò al loro tavolo portando due fogli di carta plasticata.

"Ecco i menù. Scegliete quello che vi pare. Potete mangiare quanto volete, si pagano sempre 360 PMC a testa. Bevande escluse. Ripasso fra poco." Disse la donna con espressione scocciata, lanciando sgraziatamente i due fogli sul tavolo. Poi se ne andò verso la cucina.

"Il ristorante perde parecchi punti nel servizio... Non ci siamo. E poi le bevande sono escluse, guarda qui, una bottiglia da un litro di acqua 50 PMC, che ladri! Speriamo il cibo sia meglio." Disse John prendendo uno dei fogli. Eldon fece lo stesso.

Dopo alcuni minuti la donna tornò a prendere le loro ordinazioni. I due aspettarono più di un quarto d'ora per avere i loro piatti, ma l'attesa valse la pena. Mangiando a quattro palmenti si riempirono lo stomaco.

"Alla fine era buono, visto?" Disse l'omone quando uscirono dal ristorante, sazi e rilassati.

"Da tornarci. Abbiamo speso 410 PMC a testa ma si mangiava tanto e bene, a non voler sapere cosa abbiamo realmente mangiato. Non è che mi fidi molto." Rispose il Sognatore.

"Non era certo carne di topo, stai tranquillo. La texture era molto diversa!" Disse Eldon strizzandogli l'occhio.

"Eww, non farmici pensare ti prego! Ora dobbiamo trovare un posto dove dormire. Sto morendo di sonno." Disse John guardandosi attorno. Poi prese il suo Svelt e digitò una ricerca. "Qui vicino c'è un certo Alv. Hotel le cui stanze costano solo 250 PMC a notte. Vogliamo dare un occhiata?"

"Perché no? Andiamo." Rispose l'amico.

I due si incamminarono. Dopo pochi minuti arrivarono di fronte a uno strano spettacolo. Una parete altra circa tre piani era affiancata da altrettanti corridoi di rete metallica. Nella parete erano ricavati degli spazi esagonali in ognuno dei quali vi era un letto.

"Ecco cosa intendevano con Alv. Sta per alveare! Santo cielo..." Disse scoraggiato il Sognatore guardando lo strano hotel.

"Non credo di entrare in quelle cellette." Disse laconico l'omone. "Almeno io debbo trovare un altra sistemazione. Ma tu vai se vuoi."

"Non se ne parla. Non mi va di fare l'ape. Cerchiamo qualcos'altro." Rispose John riprendendo a digitare sullo schermo del suo Svelt.

Dopo svariati minuti di ricerca si resero conto che gli alloggi disponibili o costavano troppo o erano veramente spartani. Spulciando tra le offerte il Sognatore trovò l'Ostello dei Neofiti. Il prezzo era ragionevolmente basso, solo 300 PMC a notte, e dalle foto le stanze parevano piccole ma decenti. Fece vedere all'amico quel che aveva trovato.

"Umm, non so, continuo a non fidarmi, è troppo economico per quello che propone, dov'è la fregatura?" Osservò l'omone.

"Ehi sei sospettoso solo quando trovo qualcosa io. Almeno diamo un occhiata, vuoi?" Disse John leggermente offeso.

"Va bene, va bene. Andiamo a vedere." Rispose Eldon.

I due si incamminarono nuovamente nelle viscere della base.

Capitolo 11, Luci Rosse

Dopo un quarto d'ora di ricerca il Sognatore finalmente trovò la loro destinazione. Una porta contrassegnata da un'insegna, affiancata da una vetrata dietro alla quale un uomo e una donna decisamente poco vestiti erano impegnati in un erotica danza.

"Ehm, sarà questo il posto? Comincio ad avere dei dubbi." Disse John sollevando un sopracciglio mentre cercava di non prestare attenzione ai due dentro la vetrina.

"Eh no, guarda l'insegna, c'è chiaramente scritto 'Ostello dei Neofiti'. Siamo nel posto giusto. Dai entriamo." Rispose ridacchiando l'amico.

I due aprirono la porta entrando in un corridoio. In una nicchia sulla destra c'era un banco protetto da una lastra trasparente, dietro a esso un uomo dal volto cavallino, sotto i capelli castani e la barba di qualche giorno, leggeva il suo Svelt con aria annoiata. Quando li vide lo sguardo gli si illuminò.

"Helò, helò! Volete una stanza? Siete Neofiti? Trattamento speciale per voi!" Disse l'uomo parlando con enfasi.

"Da cosa si vede che siamo neofiti, scusi? E comunque, in cosa consiste il 'trattamento speciale'?" Chiese il Sognatore un po' seccato per essere stato scoperto a prima vista.

"Si vede dalle tute, sono nuove di zecca, senza personalizzazioni. I veterani le modificano se possono, e dopo uno o due anni diventano molto logore." Rispose l'uomo con pazienza.

"Il trattamento speciale per i neofiti comprende letto per una notte e un abbondante colazione al mattino per soli 300 PMC, pagabili in natura." Disse infine strizzandogli l'occhio.

Eldon sogghignò e diede di gomito al Sognatore, "Capito? 'Pagabili in natura'."

John sbuffò infastidito per poi mettere le mani sul banco, sporgendosi verso il Receptionist. "Mi sta dicendo che per pagare dobbiamo prostituirci? Guardi che io i PMC li ho!"

"Ah, capisco. Allora sono 600 PMC a testa, grazie!" Rispose nuovamente l'uomo.

Il Sognatore alzò le mani dal banco come se scottasse. "Non ci ringrazi, non ci fermiamo, buona sera!" Disse voltandosi e uscendo infastidito.

Lasciarono passare dalla porta un gruppo di deportati che entravano nel locale e, mentre la voce del receptionist gridava 'Helò, helò!', uscirono rapidamente nel corridoio esterno.

Eldon, che era da un po' che si tratteneva, scoppiò a ridere dando una pacca sulla schiena del Sognatore. "OK, cerchiamo un altro posto, vuoi? O faccio io?" Disse tra una risata e l'altra.

Barcollando, John estrasse lo Svelt e digitò sullo schermo. "No, ho già un altro posto in mente. Guarda qui, 'Stanze in affitto, Hotel Buiani', solo 900 PMC in totale per una doppia. Non c'è la colazione ma possiamo procurarcela da qualche parte."

"Mi sembra buono, andiamo." Rispose l'amico.

Dopo alcuni minuti di ricerca arrivarono in un corridoio pieno di vetrine, ognuna delle quali era invariabilmente impiegata per mostrare scene erotiche. L'illuminazione fulva dei locali colorava di rosso l'intero corridoio. Su una delle porte si poteva leggere la scritta 'Hotel Buiani'. Un vecchietto sedeva su una sedia proprio a fianco dell'ingresso.

"Hotel Buiani, stanze in affitto! Servono stanze in affitto? Prezzi modici!" Disse il vecchio quando si fermarono di fronte alla porta.

Il Sognatore lo guardò strizzando gli occhi. "Si, vorremmo una doppia per una notte. È lei il receptionist?"

L'uomo rispose subito. "No, troverete mia figlia Conception dopo la porta, su per le scale, terzo piano. Lei si occupa della reception."

John fece spallucce, poi aprì la porta. "Andiamo, che vuoi che siano tre piani di scale?"

Eldon lo seguì. Arrivarono in un androne pieno di scatole e casse vuote, bottiglie di plastica usate e altra spazzatura. Ai lati delle scale c'erano due ingressi, protetti da nerboruti buttafuori, da cui veniva di sottofondo una musica discordante.

"Cominciamo bene! Speriamo che migliori salendo." Disse il Sognatore seccato. Aveva scelto lui quel posto e sino a ora non era stato granché fortunato. Si incamminarono su per le scale.

Raggiunto il terzo piano notarono che l'ambiente era pulito e sgombero dai rifiuti, cosa che non si poteva dire dei piani inferiori. La scala terminava lì. C'erano tre porte sul pianerottolo, ma solo una era aperta. Sopra di essa un insegna luminosa recava una scritta col nome dell'hotel.

Entrando notarono subito l'illuminazione soffusa ma chiara, i pavimenti spazzati e il mobilio logoro ma pulito. Dietro un banco si trovava una donna di mezza età, i capelli biondo platino e gli occhi grigi, piuttosto grassottella. Sul petto della tuta rossa portava un badge col nome dell'hotel e la scritta 'Conception, receptionist'.

Come entrarono la donna gli rivolse la parola. "Buonasera, benvenuti all'Hotel Buiani. Vi servono delle stanze?"

Eldon si fece avanti chiedendo "Certo, i nostri Svelt ci dicono che offrite una doppia per 900 PMC in totale. È corretto?"

"Si, corretto. L'affitto della stanza è per dodici ore. Se state anche solo un minuto di più pagherete nuovamente l'intera somma di affitto. Il bagno è in comune e si paga a tempo, un PMC al minuto più 10 PMC per litro d'acqua usato." Rispose la donna, ripetendo delle frasi che probabilmente conosceva a memoria.

"In corridoio ci sono delle macchinette che erogano cibo e bevande a pagamento. I prezzi sono indicati sulle etichette. Per qualsiasi problema rivolgetevi a me qui in reception o, se io non ci sono, alle mie figlie, Cesarina e Sicandra. Portano un badge col nome, come il mio." Terminò d'illustrare la signora, gesticolando con le mani mentre parlava.

John annuì soddisfatto. "Vorremmo vedere la stanza prima di affittarla, se per lei non è un problema."

"Nessun problema. Cesarinaaaa vieni a sostituirmi! C'ho clientiiii!" Disse gridando la signora.

Una giovane donna paffutella, copia carbone della madre sbucò da una porta dietro alla reception. "Eccomi Mà, son qui."

La donna passò oltre il bancone e fece cenno ai due di seguirla. "Prego, vi mostro la stanza."

Il Sognatore e l'amico seguirono la signora dentro un corridoio pieno di porte numerate, 301, 302... Fino alla 307, di fronte alla quale si fermarono. "Ecco la stanza, è di vostro gradimento?" Disse l'albergatrice aprendo la porta.

Entrando nella stanza John vide che era pulita e decorata spartanamente. Due brande con lenzuola, coperte e cuscini riempivano una parete. Un armadio metallico a due ante si trovava su di un altra, mentre sull'ultima vi era appeso uno specchio di fronte al quale un tavolino di plastica con due sedie era appoggiato al muro.

Dando di gomito all'amico, il Sognatore fece un cenno alla camera. "Mi sembra a posto, che ne dici?"

Eldon annuì. "Sono d'accordo. La prendiamo, per una notte." Sollevò lo Svelt. "Possiamo dividere la spesa?"

La donna tirò fuori da una tasca il suo dispositivo. "Certo, vi faccio due addebiti da 450 PMC. Ecco, li ho mandati. Accettate e la stanza è vostra per 12 ore. Mi raccomando, niente disintegrazioni!" Disse con un sorriso da squalo.

John strabuzzò gli occhi. "C'è questo rischio? Ma chi... come...?"

"Dai, accetta e andiamo a riposare. Sto dormendo in piedi." Disse l'omone, che in realtà pareva arzillo come se non avessero lavorato in miniera per otto ore.

Il Sognatore sbuffò ma fece come gli era stato chiesto. La receptionist annuì soddisfatta e poi li salutò, tornando all'ingresso dell'hotel. Chiusa e serrata la porta si girò verso l'omone, che strillò "Letto lontano dalla porta!" Per poi gettarsi rapidamente sul letto specificato.

"Che hai, 12 anni?" Rise John con le mani sui fianchi. Poi si sdraiò sul letto rimasto libero.

"Credo proprio che dormirò per undici ore filate. Ci sarà il modo di mettere la sveglia su questo coso?" Bofonchiò manipolando il suo Svelt.

L'unica risposta fu un delicato russare proveniente dall'amico addormentato. "Di già? Aveva proprio sonno. OK è tempo di dormire." Disse spegnendo la luce. L'unica illuminazione rimasta era un lumino rosso simile a una luce di sicurezza posto sul muro sopra lo specchio.

John si sdraiò portandosi le mani dietro alla nuca. 'Prima notte su Titano, per ora tutto bene. Speriamo prosegua così.' Pensò, un attimo prima di scivolare in un sonno profondo.

Capitolo 12, Un nuovo giorno

Il Sognatore si svegliò di soprassalto, col cuore che batteva all'impazzata. Impiegò un attimo prima di rendersi conto dov'era. Un rumore stridulo proveniente dal suo Svelt l'aveva destato. Stringendo fra le mani la coperta, si sollevò fino a sedersi sul fianco della branda.

Una volta calmato, si diede un occhiata intorno. L'altro letto era vuoto. Di Eldon non v'era traccia. Si alzò in piedi, scuotendo la testa. Si sentiva ancora irrigidito e gli facevano male tutti i muscoli. Evidentemente fare il minatore spaziale impiegava risorse diverse da quelle usate per coltivare il riso.

Prese il suo Svelt, spense la sveglia, che aveva suonato imperterrita per tutto il tempo, e provò a vedere se avesse una funzione di chiamata. Aveva visto Staino usarlo per questo proposito, quindi sapeva che fosse possibile. Dopo un po' di tentativi trovò un icona chiamata Lontanofono. Purtroppo serviva il codice dello Svelt da chiamare e lui non sapeva quale fosse quello dell'amico.

In quel momento la porta si aprì e l'omone rientrò nella stanza, portando un vassoio carico di vivande. "Buongiorno! Porto cibo per gli affamati. Due tazze di Recaf fumante e quattro tramezzini. Ho scelto a gusto mio, quindi decidi prima tu." Disse porgendogli un bicchiere di cartone pieno di una bevanda dall'odore inconfondibile.

"Ah, caffè! Potrei baciarti, grazie!" Disse John afferrando due tramezzini a caso e prendendo la bevanda.

"Per carità, no. Non sono interessato. Ma puoi darmi 50 PMC, è il costo della tua porzione." Rispose ridendo l'amico.

"Certo, se mi spieghi come si fa. Ah, mi serve anche il tuo codice Svelt, per poterti chiamare se ne avessi bisogno." Disse il Sognatore mettendo un attimo da parte il cibo.

Dopo una rapida spiegazione, avvenuto l'accredito, John si mangiò di gusto i due tramezzini, mandando il tutto giù con abbondanti sorsi di recaf. La bevanda era chiaramente caffè all'americana ed era di qualità terribile, ma con la fame che aveva avrebbe bevuto il petrolio.

Dopo essersi riempito lo stomaco si rese conto che doveva usare il bagno. "Ehi, hai visto dov'è la toilette?" Chiese all'amico.

"Certo, esci, gira a destra, terza porta a sinistra. C'è scritto gabinetto sulla porta, non puoi sbagliarti." Rispose l'omone finendo di bere la sua bevanda.

John corse fuori nel corridoio e si precipitò al bagno. Fortunatamente era libero, così vi entrò. Si trovò in un locale piccolissimo, in cui un minuscolo lavello era stato ricavato sopra lo schienale di una toilette di metallo. Sul muro, al fianco dei sanitari, c'era un tastierino pieno di scritte.

"Che diavolo... serve una laurea per usare il bagno? Che sono tutti questi tasti? Musica, bidet, potenza del getto, orientamento, deodorante... e ogni funziona costa PMC, ovviamente." Borbottò fra se e se mentre usava il gabinetto.

Dieci minuti dopo e più povero di venti PMC, il Sognatore tornò in stanza. Una volta davanti all'amico si sentì libero di commentare la sua esperienza. "Che accidenti pensavano quando hanno progettato quel coso, ha così tante funzioni che serve un manuale d'istruzioni. C'era persino il riscaldamento della tavoletta! E comunque l'acqua costa tantissimo. Come ci laveremo? A me sono rimasti solo 220 PMC."

"Rimaniamo sporchi per oggi e ci troviamo un nuovo lavoro. Ci toccherà tornare in Amministrazione per poter usare la ricerca sulle liste d'impiego, ma oramai siamo diventati esperti, vedrai che andrà meglio di ieri." Disse l'omone bonariamente.

John fece spallucce. "Speriamo. Comunque se avremo abbastanza PMC torniamo qui stasera. È pulito e il letto è comodo. Non costa nemmeno tanto." Disse uscendo dalla stanza assieme all'amico.

I due uscirono dall'hotel, salutando la receptionist, una ragazza dai capelli biondo-scuri e gli occhi grigi di nome Sicandra.

Scesero le scale e tornarono al piano terra, dove due buttafuori, diversi da quelli della sera prima, facevano la guardia agli ingressi sui fianchi della scala. La musica che arrivava dai due locali li accompagnò fino all'uscita per poi finalmente placarsi quando la porta si richiuse alle loro spalle.

Una volta in strada, a dire la verità un corridoio largo circa sei metri, si diressero verso l'Amministrazione. Seguendo le indicazioni dello svelt di Eldon raggiunsero la loro meta in una decina di minuti.

Arrivati di fronte alle file all'ingresso dell'edificio si misero in coda, rassegnati a una lunga attesa. Un quarto d'ora dopo, finalmente all'interno, poterono attivare le liste di occupazione sui loro dispositivi.

"Cercano ancora cacciatori di topi, scegliamo questo?" Disse John all'amico, indicando la voce sullo schermo. "100 PMC a coda, mi sembra buono. E l'equipaggiamento da affittare costa solo 50 PMC."

"Um, non sono convinto. A meno che non ci dicano dove trovare i topi, per fare un migliaio di PMC come ieri dovremmo ucciderne almeno venti. Non credi che per due novellini come noi siano un po' troppi? Qui invece, Caccia ai Metaniti mille PMC a bestia uccisa, equipaggiamento in dotazione gratuita. Basta farne fuori due e siamo a posto." Rispose Eldon non senza una certa spavalderia.

"E chi l'ha mai visto un meta-coso? Non so nemmeno che aspetto abbiano, tanto meno come si faccia a ucciderne uno. Però, aspetta..." Gli venne in mente che, grazie alla vista probabilmente avrebbe capito dove colpire.

'Devo essere più coraggioso, buttiamoci dai, tanto alla peggio che succederà mai, mi risveglierò dal sogno in ospedale, pronto a morire di vecchiaia.' Pensò acidamente.

Poi rivolto all'amico disse "Va bene, chi non risica non rosica. Proviamo. Ma se anche stavolta rischio la morte come ieri, mi offri da bere una birra, ci stai?"

L'omone sorrise benevolo. "Ma certo amico mio, ma solo se vale anche per te! Se a rischiare la vita sarò io, mi pagherai una birra."

"Andata, e che la sorte ce la mandi buona!" Rispose John sorridendo a sua volta.

"La buona sorte noi ce la facciamo da soli, non credi? A caccia dunque!" Disse Eldon, incamminandosi verso il punto di ritrovo per il loro nuovo lavoro.