ATTENZIONE: SPOILER FINO AL CAPITOLO 261 INCLUSO!

Ricordo di aver scritto questa semplice poesia mentre viaggiavo sul treno di sera, di ritorno da Roma, il giorno dopo aver letto il toccante monologo di Gaara alla fine dell'estrazione di Shukaku; mentre scrivo queste righe non si sa ancora con certezza se Gaara siasopravvissuto oppure no... :(
In ogni caso spero che questo brano vi piaccia, o che almeno lo legga qualcuno anche in versione italiana (a quanto pare di italiani qui ne passano pochi).
Musica consigliata: "The Blue Dawn" cantata da Yoriko (la stessa che ha cantato la prima sigla finale dell'anime Speed Grapher, per chi lo conosce). Anche la nona sigla finale di Naruto, "Nakushita Kotoba" (by No Regret Life) va più che bene, comunque, e in generale una musica malinconica.

Buona lettura!

Kaze no Oto

Profondo, oscuro silenzio
Dove anche il vento tace,
Ma neppure sospeso nel nulla
Provo ancora un senso di pace.

Bianco, spazio immobile
Dove anche il tempo è fermo,
Per tanti dubbi e domande
Troverò le risposte che cerco?

Perché sono qui…

E soprattutto, chi sono?

Poi una calda brezza leggera
Scuote l'aria sempre immota…
Invisibile ma implacabile vento,
Perché ad esso mi sento legato?

Non riesco a vedere me stesso
In questo vuoto che io e il vento,
Da soli, non riusciamo a riempire…
E di me rimane un'ombra soltanto.

Un ombra nel vento…
O l'ombra del vento?

Poi sento un grido distante
Che mi sembra di ricordare.
Un tempo non troppo lontano,
Una voce che mi aveva salvato…

Il tono speranzoso e insistente
Di chi non vuole mai arrendersi,
Che già mi sorprese una volta
E che adesso chiama il mio nome.

Gaara…è questo che sono?
Un Asura che ama solo se stesso?

Eppur non non sento più le sue grida
Che prima erano sempre presenti,
Nei più oscuri e remoti recessi
Dalla mia allora fragile mente.

E adesso ricordo chi sono,
Adesso ricordo ogni cosa…
Ma non credevo di poter dormire
, Vorrei rimanere così per sempre.

Ma che ne sarà di loro?
Non posso lasciarli veramente!

Essere necessari a qualcuno…
Finalmente essere amati,
Sentimenti che credevo bugie,
Questa volta sono sinceri.

Così do ascolto alla voce
Che sento ancor più vicina,
Finché due braccia mi stringono
E il nulla lascia posto al dolore.

Apro gli occhi e continuo a lottare,
Sotto uno sguardo al mio tanto uguale…

Avrei voluto dirgli "stavo sognando",
Avrei voluto dirgli così tante cose
Ma il suono del vento coprì la mia voce
E un raro sorriso solo gli rispose.